venerdì 30 luglio 2010

Cooperative sociali e servizi nelle scuole: Il consiglio regionale approva uno stanziamento che limita i danni dei tagli ministeriali

Venerdì 30 luglio l’assessore regionale Elena Maccanti ha ricevuto Federsolidarietà Confcooperative Piemonte, LegaCoopsociali e le Organizzazioni Sindacali per comunicare che nella seduta del Consiglio regionale del giorno prima è stato approvato uno stanziamento di 1.500.000 euro a seguito dell'impegno assunto dagli assessori Cirio e Maccanti. Tale stanziamento, sommato ai 1.250.000 euro della cosiddetta "sovvenzione globale" (risorse dalla Comunità Europea a sostegno dell'occupazione), consente un parziale mantenimento, per le cooperative sociali di tipo b interessate, dei posti di lavoro degli operatori impegnati nei servizi alle scuole, molti dei quali appartenenti a fasce deboli. Questo intervento della Regione, fortemente caldeggiato nelle opportune sedi dalle associazioni di rappresentanza delle cooperative, va a limitare i danni causati dai tagli ministeriali, ben il 25%, alle risorse destinate ai servizi di sorveglianza e pulizia nelle scuole. Elide Tisi di Federsolidarietà Confcooperative Piemonte e Anna di Mascio di LegaCoopsociali sono concordi nel riconoscere lo sforzo compiuto dalla Giunta, in questo momento particolare di crisi economica, a favore dell’occupazione nelle cooperative del settore da un lato, e dei servizi alle scuole dall’altro. In particolare evidenziano la specificità della situazione piemontese, che, attraverso la cooperazione sociale, permette di dare lavoro a molte persone in situazione di disagio, altrimenti a rischio di emarginazione, garantendo così una maggiore coesione nella società. La preoccupazione delle due maggiori associazioni di rappresentanza delle cooperative è rivolta al futuro: chiedono alla Regione un tavolo di lavoro che in settembre inizi a pensare in funzione strategica al futuro di questi lavoratori, anche attraverso percorsi innovativi, in modo che lo stanziamento messo a disposizione dalla Regione non sia solo "una toppa ai tagli nazionali" ma un’opportunità seria di riflessione e di creazione di nuove politiche attive del lavoro, con un’attenzione particolare al disagio.

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