mercoledì 27 luglio 2011

Ritardi di pagamenti: smobilizzo dei crediti verso Enti Locali e ASL

fonte: http://www.piemonte.confcooperative.it/

Confcooperative Piemonte: accolte dalla Regione alcune nostre richieste sostanziali in merito allo smobilizzo crediti. Ora la sfida è affrontare definitivamente i ritardi dei pagamenti e avviare il welfare di comunità.


 Soddisfazione espressa dal presidente di Confcooperative Piemonte Giovenale Gerbaudo per la delibera di Giunta regionale con cui il fondo di garanzia per lo smobilizzo dei crediti presso il sistema bancario, che le pmi vantano nei confronti di Regione, Provincia e Comuni, viene esteso anche ai crediti nei confronti di ASL e ospedali. “In più sedi Confcooperative Piemonte (1.200 cooperative aderenti) ha chiesto alla Regione degli strumenti per sostenere le cooperative che operano con le ASL e che, a causa dei ritardi nei pagamenti, sono spesso costrette a indebitarsi, sostenendo ulteriori costi non riconosciuti dalla P.A., pur di mantenere i posti di lavoro e proseguire nell’erogazione dei servizi ai cittadini”.




Plauso, anche se con alcune riserve, anche da Guido Geninatti, presidente di Federsolidarietà, la federazione che in Confcooperative rappresenta 366 cooperative sociali piemontesi, molte delle quali operano con enti pubblici e aziende sanitarie costituendo una rete fondamentale per lo sviluppo della regione e per il sostegno al welfare. “E’ certamente un provvedimento importante anche se i 20 milioni di garanzia copriranno solo parzialmente il fabbisogno del nostro sistema: ormai le nostre associate vantano alcune centinaia di milioni di euro da Asl e Comuni con ritardi in media di 300 giorni e con punte che giungono fino all’anno. Inoltre non riteniamo giustificabile che gli oneri bancari di questo smobilizzo siano a carico delle cooperative. Auspichiamo almeno che le procedure amministrative siano snelle e i tempi rapidi”.



Secondo Confcooperative Piemonte due sono gli obiettivi che la Regione insieme al sistema Piemonte è chiamata ad affrontare in un quadro di ridimensionamento drastico del welfare pubblico: avvio di un percorso chiaro e strutturato che limiti in modo definitivo i ritardi dei pagamenti e formulazione di un nuovo welfare, a servizio dei cittadini e gestito dai cittadini, attraverso la forma del privato sociale no profit e in particolare della cooperazione. “La sola privatizzazione – spiegano i due presidenti – rischia di inasprire il conflitto sociale e creare un ulteriore impauperimento delle fasce più deboli. La cooperazione da sempre promuove il protagonismo dei cittadini, anche i meno abbienti, e la possibilità per loro di rispondere direttamente ai propri bisogni”.



Si tratta di una sfida molto alta, che comporta anche la condanna della cooperazione spuria, più volte denunciata da Confcooperative, cioè di quella parte fortunatamente minoritaria di imprese che non applicano correttamente i principi cooperativi e nascondono interessi diversi, e che, come noto, non aderiscono alle centrali dove sarebbero costrette a sottostare a un maggiore controllo.





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