“I numeri parlano chiaro - ha dichiarato Guido Geninatti Presidente di Federsolidarietà Piemonte– Gli enti locali non avranno risorse sufficienti con cui rispondere alle esigenze della popolazione e sono a rischio migliaia di posti di lavoro nelle cooperative che erogano i servizi sociali ai cittadini”. Azzerato del tutto, ad esempio, il fondo nazionale per la non autosufficienza (erano 29 milioni di euro).
Secondo le due associazioni di rappresentanza la crisi del welfare e la necessità di una sua ridefinizione obbligano anche a pensare a percorsi e soluzioni complementari che consentano di mantenere i servizi essenziali per i cittadini. Le proposte della cooperazione sono orientate verso un sistema di sussidiarietà, che coinvolga direttamente i cittadini attraverso lo strumento cooperativo, con progetti e strumenti gestionali innovativi, quali ad esempio il project financing e la concessione. Esistono esperienze concrete e praticabili, che la pubblica amministrazione, sia regionale che locale, deve sostenere e valorizzare per porre il welfare al centro delle sue politiche, in un’interlocuzione forte con enti di rappresentanza e associazioni, operando scelte precise che definiscano quali sono le priorità per il bene comune. Un ultimo appello: che finalmente sia attribuita nella giunta regionale la delega al welfare e che la cooperazione sociale sia coinvolta direttamente nella ridefinizione del sistema di welfare.
