fonte: www.piemonte.confcooperative.it
Torino, 7 dicembre. FederazioneSanità Piemonte e Federsolidarietà Piemonte, che raggruppano le cooperative sanitarie e sociali di Confcooperative, hanno incontrato l’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche Sociali Caterina Ferrero. Mario Sacco, presidente di FederazioneSanità, ha aperto i lavori evidenziando quanto il privato sociale, di cui le imprese cooperative sono una parte importante, sia un soggetto in grado di rispondere in modo significativo alle esigenze del cittadino, intorno al quale va costruita una rete locale di servizi, anche nelle aree marginali della regione, altrimenti destinate alla desertificazione.
“Il pubblico non deve diventare competitor del privato in questo settore, come talora è purtroppo avvenuto - ha affermato Sacco - ma ci deve essere una collaborazione che prevede un’importante apertura del pubblico al privato sociale”.
La presidente di Federsolidarietà Piemonte Elide Tisi ha segnalato i problemi del settore, alle prese con gare al massimo ribasso e ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione (la media è di 200 giorni con punte anche ben più alte): “Il sistema tariffario va rivisto in proporzione degli aumentati costi del lavoro, che incidono in maniera molto rilevante” ha aggiunto Tisi “Tali problematiche richiedono una riforma del welfare e nuovi percorsi di sperimentazione di cui la cooperazione sociale si candida a essere protagonista”.
L’assessore Caterina Ferrero ha risposto delineando un quadro sicuramente difficile, gravato dai tagli che inevitabilmente colpiranno anche le risorse di questo comparto. “Il punto sarà decidere quali livelli di assistenza potremo garantire e a chi. Occorrono scelte coraggiose che consentano, in un ridimensionamento delle risorse, un’articolazione diversa dei servizi” ha spiegato Ferrero “i ritardi nei pagamenti e le gare al massimo ribasso denunciate dalla cooperazione sono proprio il segnale che l’attuale sistema non è più sostenibile e che occorre mettere mano a una seria riforma che salvaguardi l’autonomia organizzativa del territorio, realizzi nei fatti la domiciliarità di alcuni servizi, consenta agli ospedali di agire in sinergia con una rete di servizi organizzati sul livello locale a cui vengono delegate alcune funzioni”.
La cooperazione di Confcooperative si candida a gestire queste reti di servizi: il presidente di Confcooperative Piemonte Giovenale Gerbaudo ha evidenziato quanto le cooperative non siano semplici fornitori dell’ente pubblico, ma interlocutori in grado di organizzare l’utenza, per autogestire le risposte ai bisogni del territorio. “Questa giornata segna un passo importante nell’interlocuzione tra la cooperazione e l’assessorato regionale” ha affermato Gerbaudo “siamo disponibili a collaborare per una progettazione da realizzare all’insegna del principio della sussidiarietà”.
L’assessore Ferrero ha confermato la propria disponibilità a un serio lavoro con il privato sociale espresso da Confcooperative. Fitta la partecipazione dei dirigenti delle imprese aderenti.
L’assessore Ferrero alle cooperative sanitarie e sociali: sì all’autonomia organizzativa dei territori, alla domiciliarità di alcuni servizi, all’apertura al privato sociale
Torino, 7 dicembre. FederazioneSanità Piemonte e Federsolidarietà Piemonte, che raggruppano le cooperative sanitarie e sociali di Confcooperative, hanno incontrato l’assessore regionale alla Sanità e alle Politiche Sociali Caterina Ferrero. Mario Sacco, presidente di FederazioneSanità, ha aperto i lavori evidenziando quanto il privato sociale, di cui le imprese cooperative sono una parte importante, sia un soggetto in grado di rispondere in modo significativo alle esigenze del cittadino, intorno al quale va costruita una rete locale di servizi, anche nelle aree marginali della regione, altrimenti destinate alla desertificazione.
“Il pubblico non deve diventare competitor del privato in questo settore, come talora è purtroppo avvenuto - ha affermato Sacco - ma ci deve essere una collaborazione che prevede un’importante apertura del pubblico al privato sociale”.
La presidente di Federsolidarietà Piemonte Elide Tisi ha segnalato i problemi del settore, alle prese con gare al massimo ribasso e ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione (la media è di 200 giorni con punte anche ben più alte): “Il sistema tariffario va rivisto in proporzione degli aumentati costi del lavoro, che incidono in maniera molto rilevante” ha aggiunto Tisi “Tali problematiche richiedono una riforma del welfare e nuovi percorsi di sperimentazione di cui la cooperazione sociale si candida a essere protagonista”.
L’assessore Caterina Ferrero ha risposto delineando un quadro sicuramente difficile, gravato dai tagli che inevitabilmente colpiranno anche le risorse di questo comparto. “Il punto sarà decidere quali livelli di assistenza potremo garantire e a chi. Occorrono scelte coraggiose che consentano, in un ridimensionamento delle risorse, un’articolazione diversa dei servizi” ha spiegato Ferrero “i ritardi nei pagamenti e le gare al massimo ribasso denunciate dalla cooperazione sono proprio il segnale che l’attuale sistema non è più sostenibile e che occorre mettere mano a una seria riforma che salvaguardi l’autonomia organizzativa del territorio, realizzi nei fatti la domiciliarità di alcuni servizi, consenta agli ospedali di agire in sinergia con una rete di servizi organizzati sul livello locale a cui vengono delegate alcune funzioni”.
La cooperazione di Confcooperative si candida a gestire queste reti di servizi: il presidente di Confcooperative Piemonte Giovenale Gerbaudo ha evidenziato quanto le cooperative non siano semplici fornitori dell’ente pubblico, ma interlocutori in grado di organizzare l’utenza, per autogestire le risposte ai bisogni del territorio. “Questa giornata segna un passo importante nell’interlocuzione tra la cooperazione e l’assessorato regionale” ha affermato Gerbaudo “siamo disponibili a collaborare per una progettazione da realizzare all’insegna del principio della sussidiarietà”.
L’assessore Ferrero ha confermato la propria disponibilità a un serio lavoro con il privato sociale espresso da Confcooperative. Fitta la partecipazione dei dirigenti delle imprese aderenti.